L’ultima testimonianza pubblica di Liliana Segre: “Con le leggi razziali mi sono sentita invisibile”.
RONDINE (AREZZO) – Un lungo applauso e standing ovation. Così è stata accolta Liliana Segre a Rondine, in provincia di Arezzo, per la sua ultima testimonianza pubblica davanti a studenti e autorità.
L’ultima testimonianza pubblica di Liliana Segre
Nell’ultima testimonianza Liliana Segre ha ripercorso il periodo delle leggi razziali: “Un giorno di settembre del 1938 – ha detto la senatrice ai presenti, riportata da RaiNews – sono diventata l’altra. So che quando le mie amiche parlano di me aggiungono sempre la mia amica ebrea. E quel giorno a 8 anni non sono più potuta andare a scuola. Ero a tavola con mio papà e i miei nonni e mi dissero che ero stata espulsa […]. Le leggi razziali hanno fatto sentire invisibili i bambini. Molti miei compagni non si accorsero che il mio banco era vuoto“.
La senatrice ha lanciato un chiaro messaggio in conclusione della sua testimonianza: “Sono stata clandestina e so cosa vuol dire essere respinti. Si può essere respinti in tanti modi“.
Conte: “Grazie senatrice Liliana Segre”
Alla manifestazione presente anche il premier Conte: “Una testimonianza così tragica ha la funzione di interrogare le coscienze, di sollecitarci a scacciare via l’indifferenza e anche l’ambiguità, di sollecitarci ad assumere posizioni chiare e scelte nette. Io offro la garanzia mia personale e dell’intero governo che questa testimonianza non finisce qui, ma si manterrà viva e si rinnoverà in futuro, costantemente. Grazie senatrice Liliana Segre“.
Sassoli: “Il virus dell’antisemitismo è presente in Europa”
Anche il presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, è intervenuto attraverso un messaggio video: “La presenza della senatrice ha un grande valore simbolico perché ai giovani e al valore della relazione e dell’amicizia ha deciso di lasciare il suo grande patrimonio morale. Il virus dell’antisemitismo è ancora molto presente in Europa“.